Il laboratorio dell’eccellenza sanitaria italiana guarda al futuro
Si è conclusa ieri a Torino la quarta edizione dell’Open Meeting dei Grandi Ospedali, confermando ancora una volta perché questo progetto rappresenta la più innovativa piattaforma di trasformazione della sanità italiana. Non un semplice convegno, ma un vero e proprio laboratorio di futuro dove le eccellenze cliniche, tecnologiche e organizzative del nostro Paese si incontrano per disegnare il domani della cura.
L’Industrial Village Iveco di Settimo Torinese ha ospitato oltre 500 esperti e diverse migliaia di partecipanti che hanno dato vita a un format rivoluzionario: dai laboratori di design thinking all’Agorà dinamica, ogni momento è stato progettato per trasformare visioni condivise in progetti concreti, immediatamente applicabili nella pratica sanitaria quotidiana.
Dietro questo successo ci sono settimane intense di preparazione: migliaia di telefonate e mail, WhatsApp, articoli, post, coordinamento con fornitori, risoluzione di problematiche, sviluppo di progetti e preventivi. Tanto lavoro e tanta passione per un obiettivo ambizioso: unire l’intera sanità italiana nelle sue componenti cliniche, organizzative e strategiche.
Il DNA dell’innovazione: dalle eccellenze al sistema
Il progetto Grandi Ospedali nasce da una intuizione tanto semplice quanto rivoluzionaria: identificare i fattori che rendono eccellenti le migliori strutture sanitarie italiane per replicarli e migliorarli su tutto il territorio nazionale. Non si tratta di omologazione, ma di una sofisticata operazione di “ingegneria dell’eccellenza” che studia gli elementi organizzativi, culturali, tecnologici e di conoscenza che determinano il successo clinico e assistenziale.
Il vero valore aggiunto sta nella capacità di unire l’intera sanità italiana nelle sue componenti cliniche, organizzative e strategiche: professionisti che collaborano, si scambiano idee ed esperienze, co-progettano soluzioni per migliorare la qualità dei servizi e soddisfare pazienti e operatori da Nord a Sud, dai grandi ospedali metropolitani alle aziende sanitarie di piccole città.
Insieme a loro le imprese partner con la loro conoscenza di mercato e soluzioni, università, istituzioni, società scientifiche, rappresentanze di categoria e tutti gli stakeholder del complesso sistema sanitario italiano. L’Open Meeting è un incubatore di progetti concreti da realizzare e condividere, dove le idee prendono forma e diventano soluzioni operative per sviluppare il bene comune della salute.
La prima giornata: istituzioni e visioni strategiche
La giornata del 28 maggio all’Industrial Village Iveco di Torino si è articolata secondo un programma serrato che ha visto susseguirsi:
10:00-10:10 – Saluto di Thomas Schael, Commissario AOU Città della Salute
10:10-10:50 – Saluti istituzionali con Orazio Schillaci (ministro della Salute), Alberto Cirio (presidente della Regione Piemonte), Federico Riboldi (assessore alla Sanità), Stefano Lo Russo (sindaco di Torino)
10:50-11:20 – Storia del progetto con Paolo Petralia e gli Ambassador
11:40-13:30 – Sessione internazionale con Charité Berlino, Marocco, Libano, Fondazione Olandese
15:00-17:30 – Tavola rotonda Ambassador e partner
Contemporaneamente si sono svolti oltre 40 laboratori co-creativi su digitalizzazione, innovazione, sostenibilità, eccellenza clinica e ricerca, coinvolgendo i 500 esperti presenti in sessioni intensive di progettazione collaborativa.
Gli Ambassador sono stati i veri protagonisti della giornata. Stimolati, anche provocati, da Pier Luigi Spada e Paolo Petralia, hanno espresso le loro proposte su come il manager della sanità può governare il cambiamento, identificando le qualità essenziali: coraggio, visione, conoscenza, collaborazione, apertura e capacità di “vedersi” negli altri.
Ricca di pathos è stata la premiazione “a sorpresa” del professor Elio Borgonovi come Personalità 2025, un riconoscimento che gli Ambassador hanno voluto tributare al professore per il suo importante contributo nel campo della sanità e del management sanitario.
La community degli Ambassador: leadership strategica per il cambiamento
Il cuore strategico del progetto è rappresentato dalla community degli Ambassador della Sanità italiana, il board dei direttori generali che coordina Paolo Petralia. Oltre venti direttori generali delle principali aziende ospedaliere del Paese hanno partecipato attivamente alla tavola rotonda, condividendo non solo esperienze ma soprattutto strategie concrete per l’innovazione condivisa.
Questa rete di leadership rappresenta un unicum nel panorama sanitario italiano: dirigenti che superano logiche competitive per abbracciare una visione collaborativa del miglioramento sistemico. È qui che nasce la vera forza del progetto: dalla competenza clinica alla vision manageriale, dalla ricerca applicata all’innovazione tecnologica.
I laboratori del futuro: sei aree strategiche di trasformazione
Il format innovativo dell’Open Meeting si è sviluppato su due giornate complementari: dopo i primi laboratori co-creativi della prima giornata dedicati al CUP intelligente e alle innovazioni strategiche, la seconda giornata del 29 maggio ha visto protagonista l’Agorà webtv condotta da Gerardo D’Amico di Rai News e Lorella Bertoglio, che ha funzionato come una moderna web-tv con interviste, talk show su temi di attualità sanitaria e dibattiti aperti ai partecipanti.
Parallelamente si sono svolti i laboratori tematici di approfondimento, organizzati in sei aree strategiche che rappresentano le frontiere del cambiamento sanitario:
Digitalizzazione e innovazione – Dall’intelligenza artificiale in cardiologia ai sistemi predittivi, esplorando come la tecnologia possa potenziare l’atto medico senza sostituire la dimensione umana della cura.
Rapporto ospedale-territorio – Ridefinendo i confini tra cura ospedaliera e assistenza territoriale attraverso modelli integrati e telemedicina avanzata.
Sostenibilità dei percorsi – Bilanciando eccellenza clinica e sostenibilità economica, dimostrando che qualità e efficienza non sono mai in contraddizione.
Eccellenza clinica – Dalla gestione dei trapianti alle fratture da fragilità, standardizzando protocolli di eccellenza che mantengano la personalizzazione della cura.
Posizionamento sociale – Costruendo la sanità come bene comune attraverso trasparenza, comunicazione e coinvolgimento cittadino attivo.
Ricerca – Trasformando la ricerca biomedica in innovazione clinica applicabile, riducendo i tempi dal laboratorio al letto del paziente.
Riconoscimenti e visioni: il futuro ha radici solide
Il premio “Salus Excelentia” al professor Elio Borgonovi, presidente del CeRGAS dell’Università Bocconi, ha rappresentato non solo un riconoscimento a una carriera straordinaria, ma la celebrazione di una visione: quella che vede nel management sanitario non un tecnicismo burocratico, ma una disciplina strategica per garantire il diritto alla salute.
La Regione Piemonte, con l’assessore Federico Riboldi, si è candidata come laboratorio di sperimentazione per soluzioni avanzate, in particolare nell’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa nei processi diagnostici. Il Parco della Salute di Torino emerge come esempio concreto di questa visione: non solo una struttura sanitaria, ma un ecosistema di innovazione.
Il testimone passa a Milano: verso le Olimpiadi della sanità
Il momento più simbolico è arrivato con il passaggio del testimone per l’edizione 2026: l’Open Meeting si trasferirà a Milano, presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, l’ospedale delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
Questa scelta non è casuale. Milano 2026 rappresenta un’opportunità unica per trasformare la legacy olimpica in sviluppo sanitario. La Lombardia, con il suo sistema sanitario pubblico-privato, svilupperà una piattaforma eccezionale su cui convergerà l’intera sanità italiana e internazionale.
La metodologia dell’eccellenza replicabile
Thomas Schael, commissario dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, ha sintetizzato perfettamente la filosofia del progetto: “Trasformare gli obiettivi strategici in progetti reali, integrando innovazione tecnologica e centralità della persona, mantenendo sempre come metrica fondamentale la dignità del paziente.”
Questa è la vera rivoluzione di Grandi Ospedali: dimostrare che l’eccellenza è replicabile senza essere standardizzata. Ogni realtà sanitaria può raggiungere livelli di eccellenza rispettando le proprie specificità territoriali, demografiche e organizzative, purché applichi i principi e le metodologie che caratterizzano i migliori.
L’alleanza strategica che cambia la sanità
Il successo dell’Open Meeting testimonia la forza di un’alleanza strategica unica: pubblico e privato, clinica e industria, ricerca e applicazione. È questa convergenza di competenze e visioni che rende il progetto Grandi Ospedali diverso da ogni altro evento sanitario italiano.
Non si tratta di teoria accademica o di presentazioni commerciali, ma di co-progettazione di soluzioni immediatamente applicabili. Ogni partner industriale non è solo sponsor, ma parte attiva nella costruzione di risposte innovative alle sfide della sanità contemporanea.
Verso una sanità di eccellenza diffusa
Il progetto Grandi Ospedali, nato a Firenze nel 2022 e cresciuto attraverso Roma, Napoli e Torino, rappresenta oggi il più ambizioso laboratorio di trasformazione della sanità italiana. La sua forza sta nell’aver dimostrato che l’eccellenza non è un privilegio di poche strutture d’élite, ma un obiettivo raggiungibile da tutto il sistema sanitario nazionale.
L’appuntamento milanese del 2026 si preannuncia come un momento storico: non solo un evento, ma la celebrazione di una sanità italiana che ha saputo trasformare le proprie eccellenze puntuali in un modello sistemico di riferimento internazionale.
Il futuro della sanità italiana ha un nome: Grandi Ospedali. E un obiettivo: rendere l’eccellenza la normalità.