L’Istituto Superiore di Sanità pubblica le nuove linee guida per prevenire le infezioni del sito chirurgico

Scritto il 11/05/2025

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha reso disponibile un documento contenente un insieme di interventi basati su solide evidenze scientifiche per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico. Il documento, frutto del lavoro di un gruppo multidisciplinare di esperti, propone cinque misure chiave e ulteriori raccomandazioni pratiche per diminuire il rischio di infezioni post-operatorie.

Le infezioni del sito chirurgico costituiscono uno degli eventi avversi più frequenti nelle persone che si sottopongono a interventi chirurgici. Secondo un’analisi sistematica menzionata nel documento, fino al 55% di queste infezioni potrebbe essere evitato attraverso l’adozione di pratiche efficaci supportate da prove scientifiche.

L’insieme di misure raccomandate dall’ISS si fonda su un’analisi approfondita delle principali linee guida internazionali e nazionali pubblicate tra il 2009 e il 2023, tra cui quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi e del National Institute for Health and Care Excellence britannico.

Le cinque misure fondamentali raccomandate sono:

  • evitare la tricotomia o, qualora sia strettamente necessaria, utilizzare un rasoio elettrico;
  • somministrare l’antibiotico prima dell’incisione per procedure chirurgiche ad alto rischio o in caso di impianto di materiale protesico, rispettando i tempi ottimali di somministrazione;
  • utilizzare antisettici a base di alcol contenenti clorexidina gluconato per la preparazione del campo operatorio;
  • risomministrare l’antibiotico in caso di procedure prolungate e in pazienti con significativa perdita di sangue; interrompere la profilassi antibiotica al termine dell’intervento.

Riguardo alla tricotomia, il documento evidenzia come la rimozione dei peli nella zona dell’incisione aumenti il rischio di infezione a causa delle microlesioni cutanee provocate dai rasoi tradizionali. Se indispensabile, la depilazione dovrebbe essere eseguita immediatamente prima dell’intervento con un rasoio elettrico.

La somministrazione degli antibiotici segue tempistiche precise: entro 120 minuti prima dell’incisione, tenendo conto dell’emivita del farmaco. Per il parto cesareo, la profilassi antibiotica deve essere somministrata prima dell’incisione cutanea, anziché dopo il clampaggio del cordone ombelicale. Il documento pone l’accento sull’impiego di antisettici alcolici contenenti clorexidina per la preparazione del sito chirurgico, e sconsiglia di estendere la profilassi antibiotica oltre la conclusione dell’intervento, diversamente da quanto si osserva spesso nella pratica clinica.

Oltre alle cinque misure principali, il documento suggerisce ulteriori azioni da implementare una volta consolidate quelle di base. Tra queste, una dettagliata informazione al paziente sui rischi e le misure preventive, lo screening per Staphylococcus aureus e la decolonizzazione nei soggetti ad alto rischio, un’adeguata antisepsi di mani e braccia del personale chirurgico, il mantenimento della normotermia perioperatoria con una temperatura superiore a 36°C, e il controllo glicemico intraoperatorio con livelli di glucosio nel sangue inferiori a 150 mg/dL nelle 24-48 ore successive all’intervento.

Il documento è stato elaborato dalla Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (SIMPIOS) e ha ricevuto l’approvazione di numerose società scientifiche italiane, tra cui l’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, la Società Italiana di Chirurgia, l’Associazione Infermieri di Camera Operatoria e la Società Italiana Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva.

Per agevolare l’applicazione delle misure, il documento include indicatori specifici per monitorare l’adesione alle pratiche raccomandate e valutare l’incidenza delle infezioni del sito chirurgico. Vengono inoltre proposti strumenti di verifica per le diverse fasi dell’intervento (pre-operatoria, intra-operatoria e post-operatoria) e rappresentazioni grafiche che riassumono le misure principali.

L’insieme di misure rappresenta uno strumento adattabile ai diversi contesti chirurgici. Come spiegano gli esperti nel documento, prima di adottare la proposta è fondamentale valutare la sua applicabilità nel contesto lavorativo specifico, considerando quali misure sono già consolidate e quali necessitano di introduzione o miglioramento.

L’applicazione di queste misure richiede un approccio integrato che tenga conto degli aspetti organizzativi, formativi e culturali che possono ostacolare l’adozione delle pratiche efficaci. Il documento suggerisce un processo strutturato in cinque fasi: preparazione all’azione, analisi della situazione iniziale, definizione e attuazione del piano di intervento, valutazione dei risultati ottenuti e mantenimento del programma nel tempo.

La pubblicazione di questo documento segna un progresso significativo verso la standardizzazione e il miglioramento delle pratiche di prevenzione delle infezioni del sito chirurgico in Italia, fornendo agli operatori sanitari strumenti basati sull’evidenza per ridurre in modo considerevole il rischio di complicanze post-operatorie e accrescere la sicurezza dei pazienti sottoposti a intervento chirurgico.